24 agosto 2025
“Siligo, grande successo per la seconda edizione del Festival Ammajare”
Si è conclusa domenica 24 agosto a Siligo la seconda edizione del Festival Ammajare, che anche quest’anno ha saputo unire memoria storica, cultura e impegno civile. Nel cuore del Meilogu, là dove storia e leggenda si intrecciano, il festival ha offerto momenti intensi di riflessione e testimonianza, affrontando il tema delle persecuzioni antiche e moderne e dando voce a chi oggi continua a credere nella possibilità di costruire giustizia e pace.
La giornata si è aperta con la presentazione di due opere pubblicate da Il Maestrale: Annile di Edoardo Mantega e Il corpo sbagliato di Francesca Spanu, che hanno introdotto il pubblico al valore della parola come strumento di denuncia e di rinascita personale.
Gaza e dintorni: un confronto per la pace
Il momento centrale della serata è stato l’incontro “Sulla nostra pelle. Gaza e dintorni”, condotto dalla giornalista Giusy Ferreli, che ha posto una domanda provocatoria:
«Come si possono trasformare le singole voci che si alzano in protesta contro il massacro di civili a Gaza in uno strumento potente?»
A rispondere sono stati numerosi interventi, che hanno dato vita a un dialogo serrato e ricco di prospettive:
Padre Stefano Gennari (Associazione Mondo X Sardegna) ha ricordato l’urgenza di partire da ciò che unisce, combattere l’estrema povertà e riconoscere nell’altro una ricchezza.
Daniela Falconi, sindaca di Fonni e presidente di ANCI Sardegna, ha proposto di istituire un assessorato alla Pace in ogni Comune della Sardegna, come segnale forte e concreto.
Giovanni Porcheddu, sindaco di Siligo, ha sottolineato lo spirito della comunità locale: «abbiamo deciso di metterci in movimento… non parole statiche, ma un gesto dinamico».
Pier Giorgio Pinna (giornalista) ha denunciato il ruolo talvolta divisivo dei media, invocando un giornalismo critico e indipendente, capace di contrastare la logica delle tifoserie e dei conflitti.
Andrea Zironi (Associazione Ponti non muri) ha portato l’immagine drammatica di Gaza come “territorio-prigione”, con una densità demografica insostenibile, doppia rispetto a quella di New York.
Hiba Alif, assessora alla Pace del Comune di Ravenna, premiata durante la serata, ha ribadito che la pace non è un’utopia ma «giustizia sociale, inclusione e cultura», rispondendo così a chi aveva definito “fuffa” la sua delega.
Paolo Bellotti (Presidente di Intrecci Culturali) ha letto alcuni passi della Carta di S’Aspru, documento nato dal basso come strumento di dialogo, responsabilità e impegno collettivo.
L’incontro si è concluso con la firma pubblica della Carta di S’Aspru da parte dei cittadini presenti: un gesto concreto per dire no a tutte le guerre e per affermare la pace come patrimonio comune.
Premi e musica per chiudere la serata
La serata è proseguita con le premiazioni: il Premio Ammajare 2025 è stato consegnato a Cinzia Angela Seddone, autrice del libro Come una fenice, come riconoscimento al suo percorso di rinascita dopo anni di violenza. Il premio, una scultura in ginepro, è stato realizzato dalle “Dragonesse” di Sassari, associazione di donne operate di tumore al seno impegnate nel dragon boat come strumento di riabilitazione e solidarietà.
Un premio speciale “Il futuro che vogliamo” è stato assegnato a Hiba Alif, per il suo impegno civile, culturale e politico a favore dell’inclusione e della pace.
A chiudere il festival il concerto del gruppo Humaniora, che ha guidato il pubblico in un viaggio musicale dedicato a grandi figure femminili come Maria Carta e Grazia Deledda, fino al ricordo di Marah Abu Zuhri, giovane palestinese scomparsa in Italia. Un omaggio a corpi e storie che resistono al silenzio e all’oblio.
Siligo capitale della pace e della memoria
La seconda edizione di Ammajare ha confermato la capacità del festival di trasformare cultura e memoria in strumenti di cambiamento sociale. La piccola comunità di Siligo si è fatta portavoce di un messaggio forte: non rassegnarsi all’indifferenza, ma scegliere la pace come segno distintivo di una Sardegna che vuole far sentire la propria voce.
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