LA STORIA

S'ASPRU – LA STORIA

Il 22 maggio 1982 sette ragazzi, recuperati dalla dipendenza dalle sostanze e provenienti dalla Comunità di San Mauro a Cagliari, accompagnano padre Salvatore Morittu alla volta di Siligo, nella località di S’Aspru. 

È aperta campagna, sul cucuzzolo di una collina alla cui base sono i resti della chiesa bizantina di Mesu Mundu si erge una villa campestre di fine ‘800 e una grandissima estensione di terreni.  Praticamente quasi tutta la collina di S’Aspru e la casa erano appartenuti all’Ingegner Diego Murgia e alla moglie Donna Annunziata Vivanet. Il complesso era stato trasformato, dall’ing. Murgia e sua moglie, in una fattoria modello e moltissima gente di Siligo e paesi vicini, prestava la propria opera sia nella conduzione dell’allevamento che nella agricoltura, nella vigna di 14 ettari e nel frutteto. La mancanza di figli aveva sensibilizzato i proprietari a utilizzare la grande casa per ospitare bambini orfani, offrendo loro anche la possibilità di studiare e apprendere piccole attività della campagna. Dopo la morte dell’ing. Murgia, nel 1938, si chiude l’esperienza dell’orfanotrofio, ma nel 1941 Donna Annunziata nel suo testamento dispone di donare la sua parte, quale terziaria francescana, all’Arcivescovo di Sassari Mons. Arcangelo Mazzotti, frate francescano. Il 10 Marzo 1945 Donna Annunziata muore a S’Aspru e viene sepolta nel cimitero di Siligo. Monsignor Mazzotti utilizza la casa per le vacanze dei seminaristi e poi l’affida al Centro Italiano Femminile (CIF) di Sassari che per un decennio organizzerà le colonie per tutti i ragazzini del circondario. L’interesse per il mare che ha contagiato noi sardi negli anni ’60, svilupperà poi l’esigenza delle colonie marine per cui il CIF creerà la propria struttura a Castelsardo e lascerà S’Aspru che non verrà più adeguatamente utilizzato. 

Così negli anni ’70 l’edificio è in totale abbandono e in pericolo di crollo e in queste condizioni lo trovano i sette pionieri che vi arrivano il 22 maggio 1982, guidati da Maria Spiga (Prima Responsabile della comunità di S’Aspru

Quel che non sapranno fare i ragazzi, sarà fatto con l’aiuto di volontari di maggior mestiere, I terreni coltivati e quelli, in maggior misura, utilizzati a brado da greggi di pecore, e poi da mucche e vitelli, saranno via via resi dai pastori dei terreni vicini ricostituendo l’intera proprietà di 14 ettari. Il paese di Siligo fu all’epoca però diffidente: faceva paura la presenza di “drogati” anche se a quattro chilometri dall’abitato. Ma bastarono pochi mesi per capire e per apprezzare, così che, alla fine della storia, non sarà chiaro chi avrà adottato chi: se il paese la comunità, o la comunità il paese.

A fornire le prime coordinate del lavoro da fare è padre Salvatore Morittu, fondatore ed animatore di Mondo X Sardegna, l’associazione di volontariato che dal 1980 va prendendo forma giuridica autonoma dopo essersi già espressa nella penisola con le comunità fondate dal francescano Padre Eligio Gelmini. Qualche amico offrirà consigli e consulenza e qualche altro attrezzature, materiali edili, ecc.; altri sceglieranno di mettersi a fianco di Padre Salvatore per sostenerlo e incoraggiarlo. Il merito del miracolo della rinascita di S’Aspru è però tutto dei ragazzi, soprattutto di quei primi sette  e della loro responsabile che, nonostante ogni tipo di difficoltà, diedero forma e cuore ad un luogo che era ed è magico.

Monsignor Paolo Carta, allora Arcivescovo di Sassari firmò l’accordo con i Frati per un prezzo simbolico. Lo decise, in poco tempo e senza pensarci troppo, alla vigilia del suo pensionamento e del ritorno a Cagliari, fra il 1981 ed i primi del 1982

I Frati minori della Sardegna, riuniti in capitolo provinciale elettivo, avevano finalmente, e in forma ufficiale e definitiva, sposato l’avventurosa iniziativa. Padre Salvatore aveva poi esposto il problema droga nell’Isola e il suo progetto alla Conferenza episcopale sarda essendo inoltre a conoscenza della disponibilità dei luoghi di S’Aspru; ne fa quindi richiesta a Monsignor Paolo Carta che si disse da subito disponibile al progetto. Così l’opera iniziò: subito la casa, poi i terreni, man mano che venivano rilasciati dai pastori

L’avventura inizia quindi anche per S’Aspru. Nei suoi primi sette mesi di attività arrivano 7 nuovi ragazzi; gli ingressi diventano 27 l’anno successivo, 24 nel 1984, 20 nel 1985, 17 nel 1986 – la flessione si giustifica con l’intervenuta apertura (nel maggio 1985) della terza comunità: quella di Campu’eLuas –, risalgono a 28 nel 1987, a 40 addirittura nel 1988, a 32 nel 1989, a 36 nel 1990… La parte largamente prevalente (fino al 90 per cento) della popolazione comunitaria è costituita da maschi, le ragazze rappresentano una quota residuale ma molto significativa per dare, alla casa, un tocco di raffinatezza.

S’Aspru si inquadra, da subito, come comunità di vita e agricolo-pastorale. I ragazzi, in prevalenza, sono ragazzi di città, e quando arrivano a S’Aspru di mungiture sanno ben poco, per non dire nulla. Nulla sanno delle dinamiche naturali interne ad un recinto di maiali e scrofe, e lo stesso loro vocabolario ignora parole come verro… E’ un altro mondo, quello di S’Aspru. Un mondo incantato in quanto a scenario fisico che si rivela straordinariamente capace di sviluppare, proprio nel suo essere “fattoria pedagogica e di vita”, un lavoro di ritessitura personale destinato a restituire alla famiglia ed alla società un suo protagonista smarritosi a se stesso. Sono 42 gli ettari che, in territorio di Siligo, danno corpo al compendio comunitario agricolo-zootecnico. Non un corpo unico, ma un insieme di terreni, taluno staccato dal plesso centrale nel quale insiste anche la casa. La vera ricchezza di S’Aspru è negli animali: le mucche e i vitelli, i maiali, le pecore… 

Fra il paese e la comunità, Siligo e S’Aspru, superate le riserve iniziali – risultato forse soltanto della paura dell’ignoto  la coesistenza si è fatta presto famiglia.

” Questa storia, iniziata il 22 maggio 1982, non è finita…continuerà finchè ci saranno persone che chiedono ed altre che donano”