BADESI – Finalità

BADESI – Finalità

Il soggiorno a Badesi rappresenta un’esperienza formativa basilare alla quale prendono parte i ragazzi che hanno compiuto almeno due anni di percorso in comunità, poiché si ritiene che siano più maturi per affrontare un ciclo formativo così particolare della durata di due settimane.

Il progetto formativo cura differenti aspetti valorizzandoli: il saper riposare, saper utilizzare, ottimizzandolo, il tempo libero e il lavorare soprattutto sugli argomenti proposti per la redazione di apposite relazioni.

Prima della partenza per Badesi ad ogni ragazzo partecipante al soggiorno viene proposta una tematica, differente per ognuno, la cui trattazione prevede il supporto di un operatore/tutor. Gli argomenti affidati ai ragazzi sono, fra gli altri, quelli relativi a:

  • la Comunità;
  • il Tempo;
  • il Metodo;
  • il Reinserimento;
  • la Militanza
  • Spiritualità, Fede e Religione.

Nella Casa di Formazione ogni relazione, la cui esposizione deve durare al massimo venti minuti, rappresenta oggetto di confronto nel corso dell’intera giornata, soprattutto nei momenti della colazione, del pranzo e della cena.

La giornata, poi, si svolge con altri momenti quali la cura dei vari ambienti della casa – attività questa sicuramente residuale nel corso del soggiorno – le ore dedicate alla spiaggia e al mare nel tempo libero e il riposo.

Un passaggio molto importante del soggiorno a Badesi è rappresentato dalla continua presenza di padre Salvatore Morittu e padre Stefano Gennari fra i ragazzi e gli operatori. E’ per essi l’occasione per attivare colloqui individuali sia con gli uni che con gli altri.

Per quanto attiene il confronto coi ragazzi i colloqui vertono soprattutto su punti principali:

  • la capacità critica rispetto al metodo comunitario;
  • il percorso futuro in comunità nella restante permanenza;
  • l’esame del percorso di recupero seguito fino a quel momento;
  • come viene vissuto dal ragazzo il soggiorno formativo di Badesi.

Vivere il soggiorno con padre Salvatore e padre Stefano è sentito dai ragazzi quale privilegio poiché si approfondisce con loro due il rapporto umano oltre a quello educativo, si instaura un rapporto più familiare, più intimo, più amicale.

La condivisione della quotidianità che, spesso, in Comunità non è possibile attuare, arricchisce lo stare in confidenza consentendo il relazionarsi quasi alla pari e non più semplicemente in un rapporto utente/educatore.

Situazione questa che coinvolge anche gli operatori che si alternano nel corso del soggiorno che consente l’approfondimento delle relazioni, la loro gestione, il cui tratto essenziale è la coesione del gruppo che deve valorizzare la profondità e l’importanza della parentesi formativa così da alimentare la riflessione sul percorso comunitario, sul come ognuno degli ospiti lo affronta, lo interiorizza e lo affronta con l’obiettivo di renderlo proficuo per un totale reinserimento futuro nel contesto sociale.